FAMA DELLE GRAZIE E DEI MIRACOLI

Sr Józefa Wątroba FdC

“Quando, nel 1929, si cominciò a diffondere la notizia che una Figlia della Carità che abitava nella regione della Małopolska vi era morta, e che per sua intercessione otteneva numerose grazie alle persone ed ascoltava le loro preghiere, l’autrice di questi appunti, conoscendo tutte le suore della Provincia, pensò seriamente chi poteva essere questa suora, infatti non si nominava per il momento il suo cognome. Allora, alla mia memoria, apparve all’improvviso l’immagine di suor Wiecka – sempre gioiosa e serena. Ella poteva essere quella suora che ascoltava le preghiere e intercedeva presso Dio”1

La supposizione di suor Maria Popiel, superiora di Rohatyn, nella Małopolska (oggi Ucraina), si dimostrò giusta. Non si poteva essere indifferenti di fronte al fatto che, dopo circa vent’anni dalla morte della serva di Dio, la gente continuava a ricordarla e a venire al suo sepolcro a chiedere la sua intercessione nelle molteplici necessità oppure a ringraziare per le grazie ricevute.

Nonostante che, dalla morte di suor Marta, la fama della sua santità continuasse ad esser viva a Sniatyn e nei dintorni, non vi era nessuno che si impegnasse a mettere per iscritto le grazie ricevute da Dio per sua intercessione. Influì il periodo tempestoso della storia di quelle terre (la I guerra mondiale 1914-1918, e poi il governo delle autorità dell’ Ucraina, la guerra tra la Polonia e l’Unione Sovietica nel 1920).

Finalmente nel 1930 don Jan Wiecki, fratello della Serva di Dio, sacerdote che lavorò per lungo tempo con la gioventù nell’arcidiocesi di Leopoli e fu prefetto delle scuole locali, osservando il crescere del culto e, nello stesso tempo, essendo lui stesso profondamente convinto della santità di sua sorella, cominciò a raccogliere le testimonianze di varie persone intorno alle grazie ricevute. Lo fece in accordo con il metropolita di Leopoli, l’arcivescovo Bolesław Twardowski, e con i superiori della provincia di Cracovia delle Figlie della Carità.2

Negli anni 1930–1939 e 1946–1970 raccolse circa 200 ringraziamenti per le grazie ricevute. Il numero non è completo perché durante la II guerra mondiale (1939-1945) don Wiecki non ebbe la possibilità di mettere le testimonianze per iscritto.

Durante la stessa guerra suor Kazimiera Hurysz, Benedettina del SS. Sacramento, che attribuiva alla Serva di Dio la grazia della sua vocazione, teneva con sé la copia delle preghiere che suor Marta recitava con i malati nell’ospedale di Sniatyn. Nella raccolta di quelle preghiere suor Kazimiera andava scrivendo le grazie che i fedeli ricevevano pregando presso il sepolcro della Serva di Dio. Ne veniva a conoscenza, innanzitutto, tramite sua madre – Aniela Hurysz che abitava a Sniatyn. Prima della morte (1.X.1945) consegnò i suoi appunti alla madre, però questa non continuò a scrivere, per di più li smarrì durante l’espatrio.3

Finita la II guerra mondiale, dopo la costituzione delle frontiere, Sniatyn e dintorni vennero a trovarsi nella Repubblica d’Ucraina che apparteneva all’Unione Sovietica. A causa delle severe repressioni da parte delle autorità amministrative ci si frenò a scrivere appunti (in particolare su temi religiosi) per paura di finire in prigione, di esser deportati in Siberia oppure condannati a morte.

Qualche volta (specie negli anni sessanta) arrivavano notizie in Polonia da parte di alcuni polacchi rimasti in quelle terre nonostante la repressione, la sovietizzazione e l’ateismo programmati. Sempre si trovavano persone che pregavano al sepolcro della Serva di Dio e ricevevano grazie, però non le scrivevano per paura del pericolo di morte. Nel 1970 morì don Jan Wiecki e per vent’anni (1970-1990) nessuno annotò le grazie ricevute, nemmeno in Polonia. Anche nella Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, alla quale apparteneva la Serva di Dio, nonostante fosse ricordata e si fosse a conoscenza delle numerose grazie ottenute per sua intercessione, non si teneva l’elenco.

La situazione cominciò a cambiare con i mutamenti politici avvenuti in Polonia ed in Ucraina negli anni novanta. In quel tempo cadde il sistema comunista. Nel 1990 l’Ucraina acquistò l’indipendenza4. Nella nuova realtà creatasi dopo l’apertura della ‶cortina di ferro”, la Compagnia poté impegnarsi maggiormente a riconoscere il culto privato, le grazie, le notizie nuove sul culto che continuamente arrivavano. Per questo nel 1990 si recò a Sniatyn una commissione speciale composta da due Figlie della Carità e da due sacerdoti della Congregazione della Missione 5. Nel verbale di detta commissione leggiamo tra l’altro:

La gente viene a rivolgere alla defunta suppliche di ogni tipo: chiede la salute, l’aiuto nello studio, l’armonia in famiglia, prega di mantenere in vita il figlio – soldato durante la guerra dell’Unione Sovietica con l’Afganistan […]. Molte suppliche e tutte sono ascoltate. Esiste la comune convinzione che la suora morta in età giovanile (aveva 30 anni) aiuti in particolare i giovani. Tutti vengono al suo sepolcro, cattolici, ortodossi, anziani e giovani.6

Dopo un simile riconoscimento, su invito della Visitatrice Janina Stachowiak, l’allora segretaria della Provincia di Cracovia, suor Stanisława Motyka, ordinò con precision e tutto il materiale raccolto fino allora sulla Serva di Dio, comprese le grazie. Dopo il 1990 agli atti vennero aggiunti nuovi ringraziamenti per grazie ottenute. Con l’inizio del processo di beatificazione di suor Marta Wiecka a livello diocesano (1997) e con la costituzione della Commissione Storica, una delle suore appartenenti alla Commissione si è impegnata a mettere per iscritto le grazie ottenute. Negli ultimi anni, come all’inizio quando si cominciò a raccoglierle, si nota un continuo afflusso.

Come risulta dalle informazioni sopracitate, per tutto il secolo varie persone hanno dato testimonianza delle grazie ricevute per intercessione della Serva di Dio.

Ventisette testimoni ascoltati durante la ricerca a livello diocesano, tra i quali undici ucraini e sedici polacchi, hanno confermato d’aver ricevuto grazie.

La maggioranza dei testimoni parla di più grazie. Tra le loro testimonianze vi sono anche i ricordi di grazie ottenute durante la II guerra mondiale.

Cominciamo col riportare esempi di quel periodo, perché, come abbiamo accennato, non si raccoglieva allora nessuna documentazione.

Bronisława Markowska, residente a Potoczek, Ucraina, località situata a quattro chilometri da Sniatyn ricorda:

Presso di noi, a Potoczek, vi è un piccolo bosco. Qui scavarono le fosse. A Sniatyn vi era un ghetto di ebrei. [I tedeschi] dicevano loro che andavano a lavorare, li portavano nel bosco dove erano state scavate le fosse e li fucilavano con altre persone. Ne uccisero circa 5000.

Ricordo che mia madre raccontava che una volta condussero gli ebrei lungo la strada nei pressi del cimitero per fucilarli. Camminavano per la strada e ai loro fianchi i poliziotti. Giunti vicino al cimitero una donna con una bambina piccola saltò dalla fila e, attraverso la siepe, si avvicinò al sepolcro della Serva di Dio e vi si adagiò con la bambina. I poliziotti correvano loro dietro però non riuscirono a vederle.

Dieci anni fa forse, quella donna venne a Sniatyn, al sepolcro della Serva di Dio per ringraziarla d’averla salvata. Mia madre parlò con lei. Di quel gruppo si salvò solo lei e la bambina, gli altri furono uccisi tutti.7

Il testimone polacco, Bronisław Wiecki abitante a Szczodrowo nella Pomerania, nipote di Teofil Wiecki, fratello del padre della Serva di Dio, da’ testimonianza della grazia ricevuta allora nella loro famiglia:

Quando scoppiò la guerra venne qui la Gestapo, prese con sé nove uomini del nostro paese, tra loro anche mio padre e mio fratello. Mio padre era sindaco del paese, il fratello, amministratore locale. Tutti e due furono fucilati. Da qui vennero prese anche altre persone. Pure gli insegnanti; li fecero entrare in macchina. Qui si trovava anche la sorella della Serva di Dio, Melania che, essendo insegnante, doveva morire. Però sua sorella Barbara si inginocchiò sulla strada e chiese di salvarla per intercessione della Serva di Dio. Melania fu liberata. Sopravvisse alla guerra e abitò a Starogard.8

Nella famiglia della Serva di Dio la ritenevano loro patrona presso Dio e perciò spesso i familiari si rivolgevano a lei per chiedere aiuto nei vari bisogni, credendo nell’efficacia della sua intercessione. Don Bronisław Kupper, parroco della parrocchia romano-cattolica di Bielany Wrocławskie, nipote di Łucja Kupper, cugina della Serva di Dio alla quale ella aveva predetto che avrebbe avuto 20 figli nel matrimonio,9 testimonia:

Parlando delle grazie speciali ricevute per intercessione della Serva di Dio, riporto come molto valido un fatto che io stesso ho sperimentato:

Prima di tutto ciò che riguarda il mio sacerdozio. Finii la filosofia nella Congregazione dei Verbisti (Societas Verbi Divini). A causa della salute, consigliato dal medico, interruppi gli studi e tornai in famiglia. Pensai che cosa dovevo fare in quella situazione. Mia nonna, Lucja Wiecka (figlia del fratello della Serva di Dio), mi consigliò di pregare per intercessione della Serva di Dio. Mi misi in contatto con il fratello della Serva di Dio, don Jan Wiecki e cominciai a pregarla. Fin da piccolo avevo sentito parlare di lei essendo della stessa famiglia, ma solo allora cominciai a pregarla. Infatti, non mi persi d’animo. Sentivo la sua protezione. Finii gli studi e diventai sacerdote.10

Lo stesso testimone ricorda che nonostante la salute fragile, grazie all’intercessione di suor Marta trovava la forza di compiere tutti i suoi impegni sacerdotali. E anche quando ebbe un infarto e venne ricoverato alla clinica cardiologica di Zabrze, ne sperimentò la speciale protezione. Doveva esser sottoposto all’operazione al cuore. Pregava continuamente la Serva di Dio secondo e l’intervento non fu necessario. Il professore (primario), Stanisław Patyka, cambiò idea e mandò don Bronislao al sanatorio. Ciò gli salvò la vita, perché quelli che erano stati operati allora in quell’ospedale morirono a causa dello stafilococco che allora circolava. Conclude la sua testimonianza con queste parole:

Per tutto il tempo ho sentito una particolare protezione della Serva di Dio su di me. La prego di aiutarmi e di continuare a proteggermi. Ho sentito che aiuta anche gli altri.11

Stefania Stefuryn, di confessione romano-cattolica, testimone ucraina, residente a Sniatyn afferma:

Al sepolcro della Serva di Dio la gente viene indipendentemente dalla confessione: vengono i cattolici e i greco-cattolici, gli ortodossi, ‘ella aiuta tutti’. Mia cugina, Pogarecka Wlodzislawa, si recò al sepolcro della Serva di Dio per pregare per sua sorella che soffriva d’epilessia, ne chiese la guarigione e la malattia scomparve. Oggi questa persona è sana. La gente va al sepolcro della Serva di Dio anche per presentarle difficoltà o sofferenze fisiche.12

Irena Radewicz di confessione greco-cattolica essa pure abitante di Sniatyn ricorda:

Mia madre era di confessione greco-cattolica. Mio padre era stato deportato in Siberia. Dopo il ritorno lo sorvegliava la NKWD (Commissariato del popolo per gli affari interni – polizia segreta russa). Fu arrestato di nuovo e per futili motivi fu aperta un’inchiesta (1953). Dovevo essere sottoposta ad interrogatorio anch’io. Mi annunciarono che se le mie deposizioni concordavano con quelle di mio padre, egli sarebbe stato liberato.

Prima dell’interrogatorio corsi al sepolcro della ‶mammina” e pregai. Al tempo stabilito mi recai all’interrogatorio. Le mie deposizioni concordarono con quelle di mio padre. E quello fu un miracolo. Alla fine mio padre fu condannato ad un anno di prigione e non a cinque. Sono convinta che ciò successe per intercessione della ‶mammina.”13

Le testimonianze dei testimoni dell’Ucraina sono particolarmente preziose a causa delle circostanze politiche citate, che resero impossibile il contatto con la gente di là. Esse confermano che continuamente, per quanto ricordino i testimoni, al sepolcro della serva di Dio si imploravano grazie e la fede nella sua intercessione dura fino ad oggi.

Nell’ Archivio delle Figlie della Carità di Cracovia, fino alla fine del 2000, sono state raccolte relazioni di 241 grazie. Esse vengono da varie zone della Polonia e dall’estero. Le testimonianze delle grazie provenienti dalla Polonia sono il 78%, dall’Ucraina il 20% e dagli altri paesi il 2% (Lituania, Canada, Germania). La percentuale più alta di grazie ottenute in Polonia può in realtà non rispondere al numero di grazie ricevute dalla gente per esempio in Ucraina, perché là, dopo l’espatrio dei polacchi, nessuno si prese la briga di mettere per iscritto le grazie ricevute, a causa delle ragioni politiche summenzionate.

Le grazie ricevute erano di natura diversa. Eccone l’elenco secondo il contenuto:14

1. Il ricupero della salute (oppure il miglioramento)

132

2. L’aiuto nello studio

15

3. L’esito favorevole del processo giudiziario

15

4. L’aiuto in situazioni difficili

13

5. Un salvataggio miracoloso

12

6. La protezione della Serva di Dio (varie grazie)

12

7. Un parto fortunato

10

8. La conversione (rompere con il peccato)

6

9. Il trovare lavoro

5

10. L’aiuto e la protezione nel lavoro pastorale

5

11. La conservazione degli averi o il ricupero di essi

4

12. La protezione durante la guerra

4

13. L’aiuto nella vita spirituale

4

14. La concordia e il miglioramento dei rapporti con l’intorno

4

Nelle testimonianze e nei ringraziamenti è evidente l’incessante fede nell’aiuto della Serva di Dio. Nella Copia Pubblica doc. nelle pagine 207-342 sono state prese in considerazione 206 grazie. Quasi tutte hanno conferma dell’ufficio parrocchiale, alcune hanno anche la documentazione medica. A mo’ d’esempio ben vengano alcune grazie scritte come delle prime. Eccone la sintesi:

1. Helena Dubiel Ambroziak abitava a Kolomyja. Dal 22 novembre alla fine di maggio del 1930, era in cura dal dottore Wlodzimierz Bilozor. Helena soffriva d’infiammazione delle pelvi renali, dei reni e dell’endocardio. La malattia causò anche un’infiammazione generale del sangue. Durante la malattia si manifestò alcune volte insufficienza cardiaca. E tutto questo in concomitanza con una gravidanza che complicava la situazione della paziente. Secondo l’opinione del medico, il suo stato era disperato.

Nel mese di maggio la signora Helena e la sua famiglia chiesero a Dio la salute per intercessione di suor Marta. Avvenne un rapido miglioramento e poi la guarigione.

Fu una guarigione miracolosa, come affermano la signora guarita e suo marito. Lo conferma due volte con la sua dichiarazione anche il dottore che l’aveva in cura. Persino i farmacisti asserirono che il marito aveva comprato da loro medicine per la somma di 700 zł, però esse non avevano portato un miglioramento. Secondo i farmacisti era successa una guarigione miracolosa. 15

2. Il 19 ottobre 1930 Rudolf Thiel fu colpito con una pallottola di fucile nella regione dell’orecchio. Il Dott. Guschelbauer dichiarò che lo stato del ferito era molto grave e non dava speranza che la pallottola si potesse togliere senza la radiografia. Ma nell’ospedale mancava l’apparecchio radiografico. I genitori e i vicini pregarono Dio per intercessione di suor Marta.

Su richiesta delle suore francescane della Famiglia di Maria, che allora lavoravano nell’ospedale di Sniatyn, il dott. Tadeusz Guschelbauer decise di procedere all’operazione. Allorché dopo un lungo intervento riuscì a togliere la pallottola, le suore che assistettero mostrarono la loro gioia e il dottore disse: ‶Non è merito mio, questo è un miracolo. Un caso simile è l’un per cento.”16

Siccome questo fatto fu diffuso pubblicamente come miracoloso, don Marceli Zawadowski, parroco di Waszkowce ascoltò Rudolf Thiel e sua sorella Rozalia e affermò che queste persone erano veraci e che non solo l’operazione era riuscita ma il paziente era guarito molto presto. Le testimonianze sulla guarigione miracolosa sono state confermate dal parroco della parrocchia romano-cattolica di Śniatyn, da don L. Kaściński, da sacerdoti di rito ormiano –da don Kajetan Amirowicz e dal catechista del ginnasio don Karol Czubryj, da Michał e Paulina Wiszniowski (nella casa dei quali avvenne quell’incidente), da Ludwik Wiszniowski, da Marcin Wiszniowski, da suor Rodolfa, da Rozalia Thiel e da suor Marta Zgórska – superiora delle Suore Francescane che lavoravano in ospedale.17

3. Tadeusz Jakiella, 19 anni, operaio di Lubatowa, il 9. 10. 1930 ebbe un incidente durante il lavoro. Nel bosco gli cadde addosso un grande albero che gli spezzò alcune costole, ebbe serie contusioni al bacino ed agli arti inferiori. Il dott. Zygmunt Wallach che gli portò i primi soccorsi, sostenne che lo stato della sua salute era così grave e serio da non far pensare a niente di buono. Anzi era sicuro che l’incidente si sarebbe concluso con la morte. Però i genitori e i conoscenti pregarono per la salute del figlio per intercessione della Serva di Dio.

Di fronte al risultato di quella preghiera lo stesso dottore afferma: Prendendo in considerazione lo stato disperato del ferito, mi sono convinto che l’intercessione di suor Marta presso Dio è stata la causa della guarigione miracolosa di Jakiella Tadeusz, che al presente è completamente sano e capace di lavorare.18

Il fatto venne confermato anche dai genitori Jan e Katarzyna Jakiella, dal vicino Grzegorz Zajac e dai testimoni casuali che si trovavano a Iwonicz in quel tempo, il barone Ludwik Puget e Zofia dei conti Zaluski, Dobiesława Kwilecka.19

4. Nel 1939 Machuta Klara, madre di sei figli, era in attesa del settimo. Durante la gravidanza sopravvennero problemi di salute accompagnati da frequenti emorragie. Il medico consigliò di interrompere chirurgicamente la gravidanza avanzata, affermando che quello avrebbe migliorato lo stato della sua salute. La malata era costretta a letto e non poteva fare nessun lavoro domestico. Non voleva però perdere il bambino, per il quale aveva sofferto tanto.

In quell’angustia ella si rivolse a Dio chiedendo aiuto per intercessione di suor Marta. Nel giorno in cui fu celebrata la messa con questa intenzione ella si sentì molto meglio e poté alzarsi. Nei giorni seguenti non ebbe più necessità di rimanere a letto e poté fare i lavori domestici. A suo tempo partorì un bambino sano, senza problemi di salute.

Klara depose la sua testimonianza davanti al parroco della parrocchia di Szczecin il 1.02.1961.20

Dai quattro esempi riportati sopra, due provengono dall’attuale Ucraina e due dalla Polonia.

All’intercessione della Serva di Dio ricorrevano anche i sacerdoti. Il parroco della parrocchia romano-cattolica di Topolno (distretto Swiecie, Polonia) don Karol Romanczuk scrive:

Sono convinto che suor Marta è in cielo perché spesso invoco la sua intercessione e sono ascoltato. Ultimamente, nel 1965 prima di Natale, cominciarono a farmi molto male i denti e i due ultimi molari uscivano dalle gengive. A causa degli impegni pastorali non si parlava di andare dal dentista.

Spaventato da quella prospettiva invocai: Suor Marta, salvami! Il dolore m’impedisce di lavorare e ci sono tante confessioni, prediche, la messa di mezzanotte. Come potrò parlare e masticare se mi cadono gli ultimi denti. Con queste parole mi misi l’immaginetta di suor Marta sul viso. In quel momento i miei denti si rinsaldarono al loro posto e il dolore spariva, come se qualcuno me lo togliesse con la mano, così mi sembrava. Natale passò, finirono le visite pastorali e i lavori festivi e il mal di denti non si ripeté. Fino al momento presente non ho avuto bisogno del dentista.21

Padre Aleksander Zonn della Congregazione della Missione di San Vincenzo dè Paoli di Monasterzyska (attuale Ucraina) scrive:

Nel mese d’ottobre del 1944 allorché nel paese Monasterzyska, presso Human a Podole, tentavo con insistenza di rivendicare la chiesa cambiata in chiesa ortodossa nel 1942, ottenni una grande grazia per intercessione di suor Marta Wiecka.

Nell’arco di tre giorni, durante i quali intensificai le mie domande, successe un decisivo cambiamento nell’atteggiamento dell’impiegato – un ateo, il quale con tutta fermezza e sotto minaccia di profanare le cose sacre, chiese al sacerdote ortodosso di togliere dalla chiesa gli arredi ortodossi e le cose liturgiche e di riconsegnare la chiesa ai cattolici sotto la mia direzione.22

Un altro sacerdote, padre Józef Januś, Oblato di Maria Immacolata, missionario, riporta un avvenimento che sperimentò durante la missione a Klodawa (Pomerania, Polonia):

Arrivai nella parrocchia di Kłodawa il 2 maggio 1957 per preparare i voti di Jasna Góra. La freddezza dei parrocchiani era insolita. Il giorno dopo, durante la messa, raccomandai tutto ciò alla Madonna per intercessione della venerabile suor Marta Wiecka, se questa era in grazia presso Dio. Quale fu il mio stupore quando la sera entrai in chiesa e vidi che era gremita di fedeli. Vidi in ciò chiaramente il dito di Dio, che la soprannominata suora era in grazia presso Dio.23

Suor Marta Binka, con la quale la Serva di Dio visse nella comunità di Sniatyn, testimoniò ripetutamente sulla sua vita e sulla sua morte. Nella lettera a don Jan Wiecki, 28 dicembre 1952, ella scrive che dopo la morte della Serva di Dio molte persone chiedevano la sua intercessione nelle loro diverse necessità e avvenivano molti miracoli.24 Ella stessa descrive la grazia che aveva ottenuto durante il suo soggiorno a Bursztyn (paese situato in territorio dell’attuale Ucraina). Suor Binka non riporta la data precisa, però poté accadere probabilmente tra gli anni 1931 e 1943.

Mi trovavo allora a Bursztyn, il grano era molto bagnato tanto che la gente non poteva raccogliere niente dai campi. Poi vi furono 2-3 giorni di sole. Noi avevamo già raccolto il nostro grano e l’avevamo già messo nell’orto vicino al fienile. All’improvviso si fece buio e vennero terribili nuvole. Il nostro operaio andò nuovamente nel campo per riportare il resto del grano. Vedendo quei nuvoloni, elevai un sospiro alla nostra cara e amata suor Marta Wiecka, chiedendole di intercedere per noi presso Dio perché quel grano era il nostro mantenimento per tutto l’anno. E, miracolo, non cadde nessuna goccia di pioggia su di noi e il ragazzo tornò con il grano asciutto anche se il cavallo camminò con l’acqua fino alle ginocchia. Poi tutta la città venne a vedere e si stupirono poiché non avevano mai visto un miracolo simile. Tutto ciò lo testimonio come vero.25

Un’altra Figlia della Carità, suor Janina Kroczka, ringraziando la Serva di Dio per una grazia ricevuta scrisse:

Il 10 agosto 1997 la suora che stava nella portineria della nostra casa prima delle sette di mattina ricevette una telefonata da mia sorella che abitava a Rajsko e mi chiedeva di pregare per sua nuora – Barbara, che era ricoverata in ospedale e aveva difficoltà per partorire.

Pregai molto durante la giornata e alle 16 telefonai alla sorella. Ricevetti la notizia che Barbara continuava a soffrire tanto e le stavano dando una flebo. Mia sorella con angustia e con pianto chiese di continuare a pregare.

Dopo le 20 ebbi un’altra telefonata da mia sorella: lo stato della malata era molto grave e i medici suggerivano un’operazione. Allora, incoraggiata dalle consorelle, mi rivolsi con preghiere alla Serva di Dio, chiedendole di implorare da Gesù e da Maria Immacolata la grazia di un felice parto affinché il bambino potesse lodare Dio. Promisi anche che se Barbara avesse partorito senza intervento chirurgico io avrei scritto un ringraziamento.

Fino alle 24 non chiusi occhio e non riuscii ad addormentarmi. Tutto il tempo pregavo chiedendo a suor Marta di aiutarci. Prima delle ore 9, l’11 agosto, ricevetti la notizia che alle ore 2.05 della notte, Barbara aveva partorito un bambino. Adempio la mia promessa, ringrazio Dio a suor Marta per aver interceduto un parto felice a Barbara fu e senza l’operazione.26

L’intercessione della Serva di Dio la cercavano non solo le comunità delle Figlie della Carità, ma anche i loro ex – collaboratori. La signora Krystyna Sliwińska, impiegata dell’ospedale di Sniatyn, porta la testimonianza di due grazie che suor Marta le aveva implorato ancora durante la sua vita terrena.27

Del periodo posteriore cita anche una grazia ricevuta nel 1932 e osserva:

Con l’aiuto di suor Marta vinsi a Leopoli un processo che non era affatto da vincere.28

Un’altra impiegata dell’ospedale di Sniatyn, la signora Maria Szymonowicz scrive:

Da suor Marta Wiecka ricevetti due volte la grazia di una miracolosa guarigione: una volta da una grave insufficienza di cuore e l’altra da una paralisi alle gambe, per cui non mi potevo muovere. La deposizione sopra citata della vita santa di quella persona a me molto cara, tanto stimata e che morì tra le mie braccia e quella della mia guarigione miracolosa mossa da gratitudine le pongo davanti alle autorità ecclesiali sotto giuramento.29

Un’amica degli anni scolastici, Anna Grochowska, confessa:

Quando, nelle più svariate sofferenze e nei problemi della vita, mi rivolgevo con piena fiducia all’intercessione di suor Marta Wiecka, Figlia della Carità, ho sempre sperimentato sollievo e consolazione.30

Con maggior precisione descrive la grazia ricevuta per suo marito:

Allorché il 1 aprile 1932 mio marito Franciszek Grochowski ebbe un incidente sfortunato e il dottore affermò che stava molto male, io presa dall’angustia mi rivolsi alla mia amica d’infanzia che godeva di fama di santità, la Figlia della Carità, suor Marta Wiecka, chiedendole aiuto: O, Marta Maria, eri la mia amica carissima e adesso sei in cielo; implora presso il Cuore Divino di Gesù la grazia di lasciare in vita mio marito e il padre dei miei figli. Dopo breve tempo, nonostante l’operazione gravissima e il pericolo di morte, mio marito guarì e il dottore affermò che era una particolare fortuna. Allora fu un miracolo evidente come si pronunciò la superiora della casa di Starogard, suor Imelda e pure suor Fortunata, cui era affidato il reparto dei malati.31

In alcune descrizioni delle grazie, coloro che le hanno esperimentate ricordano anche di aver sentito la presenza della Serva di Dio oppure d’averla visto. In una delle testimonianze A. Szklarska afferma:

Testimonio che devo alla venerabile suor Marta Wiecka, Figlia della Carità, la guarigione dell’occhio. E’ successo così: Un giorno del mese di maggio 1933, tra le 8 e le 9 di mattina, prendendo dalla stufa l’acqua bollente, senza volerlo, feci cadere il pentolone e l’acqua schizzò così che mi bruciò l’occhio sinistro. L’occhio cominciò a gonfiarsi e a bruciare, come se dentro ci fossero carboni ardenti. Da chi dovevo andare, io non potevo guarirmi l’occhio da sola, non avevo i soldi per il dottore, il farmacista rifiutò di aiutarmi, perché non poteva far niente senza il medico.

Nella mia angustia e nella mia paura mi rivolsi al Cuore di Gesù e alla Madonna per intercessione di suor Marta Wiecka, alla cui intercessione la gente deve a Dio tante grazie e guarigioni miracolose. Mentre pregavo, mi apparve suor Marta Wiecka che teneva nella mano un fazzoletto bagnato e stropicciava con esso il suo occhio. Mi alzai subito e dopo aver bagnato un fazzoletto, stropicciai l’occhio tre volte e, con mia sorpresa, il gonfiore passò e l’occhio guarì. Oltre questa grazia ne ho ricevute tante altre in questa vita per sua intercessione; tra queste che mio figlio Andrzej Szklarski abbia ricevuto un impiego statale.

Per la grazia della guarigione del mio occhio ringrazio con umiltà il Cuore Dolcissimo di Gesù, la Madonna e la venerabile suor Marta Wiecka FdC per intercessione della quale l’occhio fu miracolosamente guarito.32

Testimonianze simili non sono molte.

Sembra che la Serva di Dio sia particolarmente sensibile ai bisogni delle persone sofferenti. In casa aiutò la madre nella sua malattia, prendendosi cura dei fratelli e delle sorelle più piccoli. Durante i dodici anni vissuti nella Compagnia si curò dei malati presso l’ospedale di Leopoli, Podhajce, Bochnia e Sniatyn. Dopo la morte continuò ad intercedere per i sofferenti, chiedendo per loro la salute del corpo e spesso dell’anima. Lo sottolineò suor Maria Popiel con le parole: Sono convinta che suor Marta si è presa cura di questa vicenda, perché si trattava di qualcosa riguardante i malati e la salvezza delle anime.33

Le Figlie della Carità che ora (agosto 2000) stanno aprendo una casa a Sniatyn, dopo aver osservato per alcuni mesi, affermano che gente di varie confessioni continuamente viene a pregare al sepolcro della Serva di Dio. Alcuni condividono con le suore la gioia delle grazie ottenute.

La Compagnia delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli ha pubblicato più volte, dal 1997, un opuscolo con una breve biografia della Serva di Dio e con la novena, dato che ci son sempre nuove richieste. Sembra che anche la gente contemporanea abbia bisogno della sua protezione e intercessione.

1 Somm. doc., n. 1, p. 147.

2 Introd., p. 14-15, (Storia della Causa).

3 CP doc., p. 379.

4 Darowski J., Ukraina (Ucraina), Warszawa 1993, p. 30.

5 CP doc., pp. 160-161; Il verbale degli esami della fama della santità della Figlia della Carità sr. Marta Wiecka a Sniatyn, Szerszewo 28.04.1990, I membri della commissione: don Henryk Chojnacki CM (Superiore della Casa dei Padri Missionari a Kleparz, Cracovia), don Tadeusz Wojtonis CM ( parroco a Szerszewo, Bielorussia) sr. Władysława Sarol FdC ( superiora della casa delle Figlie della Carità a Bystra), sr. Irena Wojtonis FdC (di Tarnów).

6 Ibid.

7 T. 10. p.46, § 73.

8 T. 20, p. 76, ad. 9.

9 Inf. vita, p. 190.

10 T. 23, p.100, ad. 44.

11 Ivi, p.101.

12 T. 1, p. 18, § 6.

13 T. 4, p. 27, § 28, § 29.

14 I numeri alla destra significano la quota delle grazie ricevute.

15 CP doc., pp. 213-215.

16 CP doc., p. 209.

17 CP doc., pp. 209-211.

18 CP doc., pp. 211-213.

19 Ibid.

20 CP doc., p. 261.

21 CP doc., pp. 265-266.

22 CP doc., pp. 263.

23 CP doc., p. 303.

24 CP doc., pp. 273-274.

25 CP doc., p. 273.

26 CP doc., p. 340.

27 Inf. vita, p. 175.

28 CP doc., p. 236.

29 CP doc., p. 236.

30 CP doc., p. 229.

31 Ibid.

32 CP doc., pp. 245-246.

33 CP doc., p. 225.